Dolori di crescita nei bambini: cosa sono e quando preoccuparsi

Molti genitori si trovano, prima o poi, di fronte al proprio figlio che si lamenta di dolori alle gambe. Questi dolori spesso insorgono soprattutto alla sera o durante la notte, terminano al risveglio del bambino e tipicamente insorgono nella fascia di età di 4-6 anni.
Il bambino la mattina seguente non presenta dolore, cammina normalmente e nella maggior parte dei casi l’esame obiettivo ed esami di laboratorio risultano nella norma, a conferma della natura benigna della condizione
Come si manifestano
Le caratteristiche tipiche cliniche di questi dolori sono:
1. Solitamente presente in entrambe le gambe
2. Insorgenza della sintomatologia tra i 3 e i 12 anni di età.
3. Dolore che compare tipicamente alla fine della giornata o durante la notte, spesso dopo giornate particolarmente attive
4. Nessuna limitazione delle attività quotidiane né zoppia
5. Distribuzione tipica nella parte anteriore della coscia, nel polpaccio e nei muscoli posteriori del ginocchio.
6. Assenza di gonfiore, arrossamento o rigidità articolare
7.Durata variabile: da pochi minuti a qualche ora
8.Dolore intermittente con alcuni giorni e notti senza sintomi.
9. Esame obiettivo normale, senza segni di disturbi ortopedici, traumi o infezioni.
10. Normali esami di laboratorio (come la VES, ALP, LDH), radiografie e altri esami come scintigrafia ossea.
11. Nessun associato altro sintomo
Perché compaiono
Le cause esatte non sono ancora del tutto chiare.
Le ipotesi più accreditate includono:
• Affaticamento muscolare dopo intensa attività fisica
• Soglia del dolore più bassa in alcuni bambini
• Sensibilità individuale allo sviluppo muscolo-scheletrico
• In alcuni casi possibile ruolo di ipermobilità articolare o carenza di vitamina D
Quando consultare il medico
È importante rivolgersi al pediatra o a uno specialista se compaiono:
• Dolore persistente anche durante il giorno
• Gonfiore, arrossamento o rigidità articolare
• Febbre o perdita di peso
• Zoppia o difficoltà a camminare
• Dolore sempre nello stesso punto
Sintomatologia che non tende al miglioramento

Il consiglio dello specialista in Medicina dello Sport
Quando incontro in ambulatorio un bambino con dolori di crescita, il mio primo obiettivo è rassicurare la famiglia, spiegando che si tratta di una condizione benigna e transitoria, che non lascia conseguenze sullo sviluppo osseo o muscolare.
Nella maggior parte dei casi non sono necessari esami o terapie specifiche.
Allo stesso tempo, è importante fornire indicazioni pratiche per ridurre i disturbi e favorire il benessere del piccolo atleta o del bambino attivo.
Ecco le raccomandazioni che propongo più spesso ai miei pazienti e alle loro famiglie:
• Attività fisica equilibrata: incoraggiare il bambino a muoversi ogni giorno, evitando però sovraccarichi eccessivi, soprattutto se ha già manifestato dolori nelle giornate molto intense.
• Stretching e mobilità articolare: semplici esercizi di allungamento serale, seguiti da respirazione profonda, possono ridurre la frequenza e l’intensità dei dolori notturni.
• Recupero e riposo di qualità: assicurarsi che il bambino abbia tempi di recupero adeguati tra le attività sportive e un sonno regolare e ristoratore.
• Massaggi e calore locale: tecniche semplici e sicure che i genitori possono applicare a casa per dare sollievo rapido.
• Alimentazione e integrazione mirata: un’alimentazione ricca di frutta, verdura e alimenti contenenti calcio e vitamina D supporta la salute muscolo-scheletrica; l’integrazione viene valutata solo in presenza di carenze documentate.
• Attenzione alla postura e alla crescita: controlli periodici permettono di monitorare eventuali squilibri muscolari o ipermobilità articolare che possono contribuire alla comparsa dei sintomi.
Considero i dolori di crescita un momento fisiologico dello sviluppo che, se ben gestito, non solo non limita l’attività fisica, ma può diventare un’opportunità per educare il bambino e la famiglia a uno stile di vita sano e attivo.
Per riassumere:
I dolori di crescita sono frequenti in età pediatrica e, nella maggior parte dei casi, non indicano malattie gravi.
Rassicurare il bambino, adottare semplici accorgimenti e sapere quando chiedere una valutazione medica sono i passi fondamentali per affrontare serenamente questa fase.
A cura del Dott. Roaul Aiello – Medico dello Sport